D. Lgs. 1/2018 (Codice della Protezione Civile)
Art. 32, comma 1 – integrazione del volontariato organizzato nel Servizio nazionale della protezione civile
“Il Volontario di protezione civile è colui che, per sua libera scelta, svolge l’attività di volontariato in favore della comunità e del bene comune ……. mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, neanche indiretti, ed esclusivamente per fini di solidarietà, partecipando, con passione e impegno a una forza libera e organizzata che contribuisce a migliorare la vita di tutti.”
1 – in cosa consiste il GCVPC
È un insieme organizzato di persone che si vogliono mettere a disposizione per la propria comunità: non è un’Associazione, che ha un suo statuto e regole autonome, ma un gruppo – dotato di ampia autonomia operativa – gestito amministrativamente dal Comune (dal punto di vista contabile e delle procedure amministrative) ma non coordinato dal Comune, anche se la responsabilità di gestione complessiva è in capo al Sindaco. Avrà un coordinatore, un gruppo direttivo e i componenti, e dovranno essere espressione della società civile. In via eccezionale potranno partecipare anche dipendenti comunali, ma in qualità di componenti del gruppo (ma non con funzioni di coordinamento).
Per prima cosa, tuttavia, a parte manifestare il proprio interesse, l’aspirante Volontario deve presentare una apposita domanda di iscrizione.
2 – ci sono dei costi da sostenere? Si è assicurati?
Assolutamente no, né per la formazione, né per i materiali, né per l’assicurazione: i costi sono a carico del Comune, a voi è richiesto solo un convinto spirito di partecipazione. Al GCVPC potrà/dovrà essere assegnata una sede per le attività del gruppo stesso. L’assicurazione ovviamente non copre i danni causati da comportamenti dolosi o colposi, per cui risulterà importante non solo sapere cosa fare, ma soprattutto sapere cosa non fare per evitare danni a sé o agli altri. La responsabilità del volontario verrà esclusa ogniqualvolta egli abbia agito nell’espletamento delle mansioni affidategli dall’ente o dall’organizzazione di appartenenza.
3 – cosa dovrà fare il Volontario
Il Volontario dovrà diventare tale a tutti gli effetti, e per questo dovrà almeno partecipare al corso base (14 ore) organizzato dalla Regione attraverso il coordinamento provinciale della protezione civile per avere l’abilitazione e diventare effettivo. Il programma del corso prevede la formazione sulle normative principali, sulla sicurezza per gli operatori, sulle tecniche basilari per l’operatore di p.c.
Il “Corso base” si prefigge quindi di fornire ai volontari una base formativa omogenea per garantire standard minimi e:
· Illustrare l’integrazione del Volontariato organizzato nel Sistema Nazionale di Protezione Civile attraverso gli approfondimenti sulla normativa di riferimento, sugli scenari di rischio e le attività di Protezione Civile con particolare riferimento al proprio territorio;
· Illustrare il ruolo e la funzione sociale del Volontariato di protezione civile;
· Promuovere la cultura della sicurezza del volontario di protezione civile attraverso l’illustrazione dei principi specifici in materia
4 – a parte la formazione di base, cosa dovrò fare poi?
Una volta divenuto “volontario effettivo”, e democraticamente eletti gli organi direttivi, si dovrà partecipare sostanzialmente alle attività del gruppo: al momento non è stato pianificato nulla in quanto dobbiamo ancora capire quante persone aderiranno e quale è la loro estrazione professionale o le inclinazioni/abilità di ciascuno.
Chiaro è che non tutti i volontari dovranno essere impegnati in attività “operative”, ma i campi di sviluppo dei vari ruoli potrà interessare l’aspetto formativo, amministrativo, organizzativo e operativo.
5 – porterà via molto tempo?
No, anche se il tempo giusto da dedicare alla comunità non è quantificabile: non è attività quotidiana, né settimanale … i tempi saranno scanditi dal modello di organizzazione che si deciderà di intraprendere. Poi è chiaro che dipende anche dal ruolo assunto nell’organizzazione: ma ricordatevi sempre che è attività residuale, ed è sempre attività di volontariato e in quanto tale non obbligatoria.
Come dice un adagio “Chi sceglie di fare il volontario…deve prepararsi nel migliore dei modi ad intervenire, con la speranza di non doverlo mai fare”.
6 – sono obbligato a intervenire in caso di eventi? Anche fuori territorio?
Ovviamente no, anche se questo alla fine contraddirebbe lo spirito del volontariato: chiaro che a fronte di una costante indisponibilità potrebbero venir meno i requisiti per partecipare al Gruppo.
Entrando a far parte del sistema nazionale di protezione civile (il GCVPC viene iscritto all’albo regionale delle associazioni di PC e anche come Ente del Terzo Settore) in caso di necessità la Regione può richiedere l’impegno anche in altri scenari di intervento per eventi gravi e/o di vasta portata: potrà richiedere cuochi, manovali, specializzati, amministrativi, ovviamente a seconda della composizione del gruppo.