Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria: in quel giorno del 1945 il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato, sancendo la fine dell'Olocausto. La Consulta delle donne del Comune di Argenta ha voluto collaborare all’organizzazione della commemorazione per mettere in luce la specificità della deportazione delle donne e il loro internamento nei lager nazisti.
La manifestazione inizierà alle ore 14.30 presso la Piazzetta Clara Dragoni (parcheggio sopraelevato di fianco al Palazzetto dello Sport) con interventi dell'amministrazione comunale e l’introduzione storica a cura di Gianluca Battisti, il corteo si dirigerà poi verso Piazza Marconi dove verrà inaugurata la Casetta dei libri con interventi di Katia Martelli e Alessandra Ferlini. Nella sala Piccolo Teatro del Mercato centro culturale è prevista la proiezione dell’intervista a Clara Dragoni realizzata da Open Media Educational, la lettura di poesie da parte di studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Rita Levi Montalcini e la lettura di un brano del testo “La casa delle bambole” di Ka-Tzetnik 135633 a cura di Ada Rossi. Modererà l’incontro Paola Castagnotto, presidente dell'Associazione di Promozione Sociale Centro Donna Giustizia di Ferrara, di seguito una sua breve riflessione sul tema:
“La deportazione delle donne é un aspetto che risulta poco approfondito dalla storiografia ufficiale per diverse ragioni: il ruolo delle donne non è stato abbastanza indagato e le donne stesse sopravvissute, hanno avuto poca propensione al racconto. L’esperienza di prigionia è stata molto crudele per l’accanimento sul corpo delle donne e sul loro ruolo procretivo. Questo ha generato vergogna nelle sopravvissute in difficoltà a raccontare l’annientamento subito, private di dignità e oggetto di crudeli pratiche e sperimentazioni. Le donne imperfette, perché non ariane pure, disabili, lesbiche, politicizzate, contaminavano la continuità della “razza ariana” e andavano allontanate ed eliminate.
La loro tragica storia deve essere recuperata anche attraverso il racconto delle poche esperienze dirette ancora disponibili e che possono dare voce alle tante scomparse. Pensiamo alla senatrice Liliana Segre e al valore storico e civile del suo doloroso racconto e del richiamo al dramma dell’indifferenza allora, come oggi e sempre. Come anche a Clara Dragoni, esempi di tanti protagonismi poco valorizzati e da recuperare per una memoria generativa di responsabilità.”